Alzi la mano chi di voi, almeno una volta nella vita, non abbia provato il brivido della citofonata selvaggia: una rapida occhiata ad una pulsantiera in piena notte, una rapida e casuale “strombazzata” e via, a perdifiato, inseguiti da una selva di assonnati “Chi è” e di improperi vari. Bene, sappiate che a farlo da oggi in poi (da oggi se vivete negli States, dovrete attendere di più se invece vivete altrove) potreste rischiare (o sperare) di ottenere i vostri 15 minuti di fama mondiale. Come? Grazie a Ring nation, il nuovo programma in rampa di lancio (l’uscita è prevista in America per il 26 settembre, salvo slittamenti dovuti alle polemiche cresciute nel frattempo) presso gli MGM studios, i gloriosi studi della fu Metro Goldwyn Mayers.
Ring nation è il nuovo inquietante formato in stile “candid camera” che riprende quanto di “divertente” accade di fronte ai vostri videocitofoni e alle telecamere di sorveglianza di marca “Ring”, l’azienda produttrice di sistemi di videosorveglianza rilevata da Amazon nel 2018. Ring già prima dell’avvento del nuovo formato MGM (anche gli studios sono di proprietà Amazon, giova ricordarlo) aveva previsto la popolarità che alcuni filmati avrebbero potuto raggiungere “involontariamente”: per questo era stata prevista la possibilità di condividere i propri video su un cloud aziendale e da lì condividerli sui social. E già così parecchi utenti non hanno saputo resistere al fascino dello “sputtanamento”.
Amazon ha però intuito le enormi potenzialità che l’azienda offriva sia in termini commerciali, poter distribuire i prodotti di un’azienda già leader di mercato sul proprio canale e-commerce, poterli distribuire attraverso Amazon Prime e detronizzare la concorrenza, sia dal punto di vista dei contenuti, ovvero poter addirittura utilizzare i filmati come prodotti di entertainment sui canali detenuti, per ora MGM ma in futuro Prime: tutto troppo appetibile per non tuffarsi immediatamente nel business.
Ed ecco quindi che l’accoppiata Ring + MGM realizza la conversione perfetta: un prodotto leader di mercato viene acquisito e, non solo sbaraglia la concorrenza, ma diventa un prodotto di intrattenimento presumibilmente “irresistibile” consentendo quindi, da ultimo, di giungere al terzo e più ambito traguardo per l’azienda, ovvero l’ottenimento, senza spargimento di sangue, di una mole infinita di dati su chiunque semplicemente esista nei pressi delle sue telecamere.
Pensate che già così sia abbastanza inquietante? Beh, non è ancora tutto: aggiungete che, grazie a tre anni di pressioni da parte di ong impegnate nella difesa dei diritti dei cittadini, giornalisti e di alcuni politici USA, Amazon ha dovuto ammettere di aver ceduto per almeno 11 volte (ma il sospetto è che siano molte ma molte di più) filmati alla polizia americana senza l’autorizzazione da parte dei tribunali o senza informazioni ai diretti interessati. Da lì a scoprire che i dipendenti di Ring/Amazon potevano accedere a qualsiasi filmato in qualsiasi location e visionarlo senza autorizzazione, il passo è stato breve. Eppure le vendite di Ring continuano a crescere indisturbate, come se la protezione delle nostre vite non fosse in fondo così importante “Io non ho mica niente da nascondere”, si sente spesso dire. Da nascondere forse no (anche se sarebbe del tutto legittimo), ma da proteggere decisamente sì: proteggere dalle mire di aziende senza scrupoli che, grazie ai nostri dati, fanno denaro a palate, inondandoci poi di pubblicità mirata perché conoscono ogni nostro atto da consumatori.
Ma non è ancora tutto: la nuova frontiera del controllo è l’acquisizione da parte di Amazon di Irobot, l’azienda produttrice di Roomba, l’aspirapolvere automatico domotica più venduto al mondo. Anche Roomba, mentre pulisce, utilizza videocamere e connessioni dati: se finora Amazon si era fermata sulla soglia di casa vostra, così ci entra a pieno diritto. E grazie magari alla combinazione con Alexa (Alexa che tempo fa? Alexa spegni la luce, Alexa alza la musica…), ad esempio, sarà in grado di sapere qualsiasi cosa accada all’interno delle mura domestiche. E userà tutta questa conoscenza per vendervi qualsiasi cosa o solo Dio sa come.
Nella nuova fantastica era digitale ognuno di noi è contemporaneamente, e nei più svariati modi, consumatore che acquista, prodotto e ora produttore: consumiamo prodotti che noi stessi abbiamo realizzato, in questo caso con i nostri filmati e con i dati ad essi collegati. In confronto i polli da batteria sono fieri oppositori del capitalismo, insomma.
Huxley, nel suo Mondo Nuovo lo aveva previsto già nel 1932: non sarà un 1984 ad attenderci, con il suo potere coercitivo esercitato con la violenza (un mondo del genere chi lo desidererebbe in fondo?), bensì forme di coercizione più subdole e persuasive, che utilizzano gattini e risate innocenti per convincerci che, in fondo, non c’è nulla di male. L’utopia che diventa distopia, in modo sottile e indolore.
Si salvi (e si protegga) chi può.